mercoledì 25 maggio 2011

L’8x1000 e le scarpine di Prada

Gli ultimi giorni del mese di maggio sono quelli decisivi per mettere a punto la dichiarazione dei redditi. Da sempre un must e un'occasione di febbricitante bilancio per il popolo più tartassato e allo stesso tempo più evasore d'Europa.
Ma i dilemmi non interessano esclusivamente la situazione fiscale di ognuno: ogni anno, in un remoto angolo della nostra mente un interrogativo ci bombarda, sebbene in modo latente.

L'8x1000…questo sconosciuto!
Cerchiamo di capire come funziona questo meccanismo truffaldino.
Perplessità sul destinatario dell'8x1000 della tua dichiarazione dei redditi? Dubbio amletico su chi corroborare?
Niente paura, c'è subito una buona notizia: non ti macerare eccessivamente su chi designare come ricevente dei tuoi miseri spiccioli, tanto è uguale…

In Italia, infatti, neanche il 40% dei contribuenti firma per destinare esplicitamente l'8x1000 allo Stato o a una delle 6 confessioni che hanno stipulato accordi con esso (Chiesa Cattolica, Comunità Ebraica, Chiesa Valdese, Avventisti del Settimo Giorno e Chiesa delle Assemblee di Dio).

Ebbene, dove sta il gioco perverso? Nel fatto che, sebbene soltanto un Italiano su tre espliciti a chi destinare i suoi soldi, la ripartizione delle imposte sul reddito di te, povero contribuente, avviene secondo la percentuale delle firme raccolte al momento della dichiarazione dei redditi.

Questo significa, in parole poverissime, che se non firmi sarai comunque tassato e l'8x1000 delle tue imposte, non andrà allo Stato ma sarà ripartito in base alle scelte fatte dalla maggioranza dei contribuenti.
Quindi, visto che pochissimi destinano la propria preferenza, questo meccanismo costituisce, più che un reale gettito fiscale, una specie di grande sondaggio d'opinione.
Passaggio successivo (quello più importante): poiché circa l'87% di quei pochi che firmano, lo fa a favore dei cattolici, automaticamente, con solo il 35% di firme effettive (quel famoso 1 italiano su 3), l'87% dei fondi di TUTTI i contribuenti, più il resto della torta, finisce nelle casse della Chiesa Cattolica.
E questo 87%, spicciolo più, spicciolo meno, si aggira ogni anno intorno a UN MILIARDO DI EURO!

Tra parentesi, non si capisce perché i cosiddetti concorrenti dei cattolici, siano solo confessioni di estrema minoranza…perché non possono concorrere i buddisti, o gli induisti, o i Testimoni di Geova? Probabilmente perché avrebbero più appeal dei famigerati Valdesi e, quindi, costituirebbero un pericolo più concreto per la CEI? maybe!

“Va bene, poco male” si potrebbe pensare, “in questo modo almeno gli Italiani, attraverso la Chiesa Cattolica, aiutano le popolazioni dei Paesi Poveri del mondo (i cui volti appaiono, grati, nei suoi costosissimi spot)”. E qui casca l'asino!

Solo l'8% di quel miliardo di euro (80 milioni) viene destinato a opere di carità nel terzo mondo: 130 milioni sono spesi per costruire nuove chiese, 370 milioni per il sostentamento del clero (e che sostentamento!) e 430 milioni per esigenze di culto e pastorali (catechesi, tribunali ecclesiastici, costruzione di case canoniche, finanziamenti alle diocesi, ecc. ecc.).
In percentuali: 37,3 % per il sostentamento del clero e del Vaticano, 42,4% per esigenze di culto e 20,4% per gli interventi caritativi, di cui solo l'8,5% al terzo mondo (dati ufficiali, confrontabili in rete, della 58esima Assemblea Generale della CEI).
Certo, se ne potrebbero fare di cose se quel miliardo di euro finisse direttamente nel welfare!

Insomma, il Concordato del 1984 ci ha regalato un bel Paese parassitario che, come una sanguisuga, banchetta, esentasse e senza lavorare, sulle poche risorse del cittadino italiano medio.

Deo gratias!

Meditate, gente, meditate...





lunedì 16 maggio 2011

Il movimento dei "Grillini": il postmoderno spiegato ai bambini

Perché, nonostante abbia impostato la sua campagna politica su temi vicini alla sensibilità progressista, mi disturba l'ascesa del Movimento 5 stelle?
Probabilmente perché mi pare l'ennesimo sintomo della politica postmoderna del berlusconismo. D'accordo, un sintomo contrario, una reazione allo stesso Berlusconi, ma fondamentalmente un pensiero di sganciamento ulteriore dalla politica che dovrebbe governare: quella delle idee di grande respiro, quella dei programmi, quella delle ideologie oserei dire (se questa parola non avesse assunto ormai un acre odore di decomposizione). Non la politica dei temi parziali, quella che dice: destra e sinistra sono la stessa cosa.
Rossi e neri non sono la stessa cosa! Cosa siamo - per citare Moretti - in un film di Alberto Sordi?
Ecco: mi pare che Grillo dica, tra le righe: siamo Italiani, siamo tutti uguali, quindi tanto vale occuparsi dei beni comuni piuttosto che del Bene Comune.

Mentre scrivo, alla proiezione del 35%, i grillini prendono il 3,7% a Milano, il 4,7 a Torino, il 6,3 a Trieste, addirittura il 10,5 a Bologna e anche in Puglia (con Ronzino in testa) prenotano scranni di importanza storica. Al di là di come si profileranno i dati definitivi, non si può non tener conto della novità legata all'entrata ufficiale di Grillo nella politica del Paese. Le cinque stelle del suo simbolo rappresentano rispettivamente ambiente, acqua, sviluppo, connettività e trasporti. Temi assolutamente condivisibili. E inoltre vi è un esplicita critica alle destre e al berlusconismo, eppure…
Eppure apprendo con un certo fastidio che queste nuove sacche di elettorato siano passate da un pittoresco movimento di controinformazione a una rappresentanza civica nelle amministrative e magari, tra un anno, alle politiche.
Quella di Grillo mi pare l’espressione di un progressismo qualunquista che non giova alla sinistra, anzi, che in alcune città importanti sta impedendo di vincere al primo turno, mettendo definitivamente in ginocchio i candidati del Premier.

Ho letto con attenzione e ammirazione i postmoderni, la fine delle ideologie, la post-histoire, ecc ecc.
Ci ho dedicato anni di studio e di scrittura, ma oggi non può andare così.
Oggi non si può rinunciare a un engagement politico. Il cettolaqualunquismo è una patologia troppo attuale per farla entrare anche nel DNA della sinistra.

Già da piccolo nutrivo ammirazione per Pinocchio quando schiacciava il Grillo Parlante. Era una naturale idiosincrasia nei confronti dei grilli parlanti, come concetto generale. E oggi non è diverso!
Di populismo ne abbiamo già piene le tasche. Che faccia il comico, Grillo, e non scimmiotti i leghisti, quando zitti zitti, entrarono nella vita politica del Paese.
Non siamo mica in un film di Alberto Sordi!



lunedì 9 maggio 2011

UN’EREZIONE TRISTE!

Da Lotta Continua a Comunione e Liberazione: l'incredibile parabola neocon di Giovanni Lindo Ferretti.

Non voglio né posso fare, qui, un bignami della storia musicale di Giovanni Lindo Ferretti, ex punk, ex operatore psichiatrico pro-Basaglia, ex icona della musica alternativa italiana, ex voce della dissidenza culturale giovanile negli anni Ottanta e Novanta, ex leader storico dei CCCP prima e dei CSI dopo.

Un personaggio centrale per le controculture a gauche di una generazione nata tra la fine degli Sessanta e la fine dei Settanta, e anche oltre.
Ci siamo nutriti delle sue liriche, nelle quali, in anni di pieno riflusso edonista, lanciava una visione del mondo diversa, agganciata fieramente all'immaginario sovietico (ai tempi dei CCCP) e poi partigiano (ai tempi dei CSI).
Siamo cresciuti cantando Spara Juri, Curami, Annarella e annotando sulle pagine dei diari di liceo gli slogan di un ribellismo che non era solo generazionale, ma che si sarebbe strutturato anche lungo tutti gli anni Novanta in una proposta narrativa concreta e matura, non rinunciando mai alle armonie e alle liriche che ne rendevano poetica tanto la danza, quanto la militanza.

Quando i CCCP si sono sciolti, nel 1990, con quel gioiello di disco che è "Epica. Etica. Etnica. Pathos", sono stato malissimo! Siamo stati malissimo!
Ma il Comunismo era finito in Europa, e il crollo del Muro e la nascita della CSI in Russia ne aveva decretato il de profundis.
Ai tempi della "discesa in campo" del Cavaliere Nero, nel 1994, c'erano i CSI, nati dalle ceneri dei CCCP: GLF, quarantenne uscito dalla sbornia del punk filo-sovietico, ora cantava testi più intimisti, ma sempre "resistenti", con un occhio rivolto a Battiato e un altro alle continue citazioni della Resistenza Partigiana.
Poi, come accade spesso nei meccanismi nevrotici della psiche, dopo una guarigione da un tumore, GLF viene illuminato e la via di Damasco lo porta dritto dritto al Vaticano. "Sono uno che iniziò a curiosare tra i libri dell'allora cardinal Ratzinger per capire perché molti ne parlassero male. E ora che sono tornato a casa, Benedetto XVI è il mio maestro", dichiara su Avvenire del 19 aprile 2009. Nel 2007 partecipa al Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione, facendo un intervento per la Comunità sacerdotale di San Carlo Borromeo.
Pubblica con Mondadori (!!!) "Reduce", dove spiega la sua rinascita neocon (p. 78: "Dio benedica sua Santità Papa Benedetto XVI che ancora Cardinale scrisse, per me illuminante, Liturgia, e prego lo Spirito Santo che lo fortifichi e lo sostenga").

Nel frattempo inizia a cinguettare amorosamente con Giuliano Ferrara, a Otto e mezzo e con Antonio Socci, su Libero, dove peraltro annuncia la sua novella posizione anti-abortista.
E fin qui…
Poi, però, la decadenza di Ferretti investe anche l'appartenenza politica, oltre che il campo della fede: "Non è la prima volta che voto per la Lega Nord", dichiara all'edizione di Reggio Emilia de Il Resto del Carlino: "Fino a pochi giorni fa ero quasi convinto di dare il mio voto al Pdl. L'ultimo discorso del presidente Berlusconi sulla faccenda araba non mi è piaciuto, anzi lo ringrazio perché così mi ha chiarito le idee facendomi risolvere quello che era un mio problema e cioè a chi dare il voto. D’altra parte come cittadino mi sento in dovere di votare e lasciare la scheda bianca mi disturba. Il nostro è un Paese molto complicato con tanti problemi da risolvere. Ormai sta prendendo campo il sistema che più che votare a favore di qualcuno si vota contro il presidente. Meno male che c’è la Lega Nord! (…) Berlusconi ha molti pregi, però ultimamente sta attraversando un periodo pesante e particolarmente sfortunato".

Ora GLF torna nell'amato Salento, all'interno dell'Italia Wave Festival, in uno spettacolo che si terrà all'alba del 17 luglio, all'Ostello del Sole di San Cataldo.
Molti amici mi dicono: "non puoi prescindere da quello che ha significato per noi la sua musica!"; altri: "sono sbigottito, ma non riesco a odiarlo".
Io non lo odio, certo, ma proprio per quello che ha significato la sua musica per la nostra generazione, non riesco perdonare questa elucubrazione patologica della sua mente. E proprio per il rispetto alle sue liriche del passato, non mi vergogno a dire che chi non fa mistero della sua militanza politica a destra si guadagna immediatamente il mio sdegno, fosse anche l'ex leader dei CCCP!

Continuerò ad ascoltare le sue canzoni. Tengo conto della sua scissione schizofrenica, nei confronti della quale posso provare al massimo pietà umana, ma che non rispetto e che non mi permetterà più di sentirmi eticamente a posto, andando a sentire un suo concerto.
Spero che in molti manchino al suo live salentino! E' una questione di qualità, NON una formalità!